La NASPI spetta anche alle partite IVA? La risposta ti lascerà a bocca aperta

Naspi Partita IVA
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Cosa succede alla NASPI in caso di lavoratore con partita IVA? Ecco le condizioni che si devono verificare affinché un lavoratore non dipendente possa percepire l’indennità di disoccupazione.

Non tutti sanno che anche in caso di attività lavorativa autonoma si può avere diritto alla Naspi, l’indennità di disoccupazione pensata per chi sta attraversando un periodo di inattività dall’occupazione. Ci sono però alcuni requisiti da rispettare.

La Naspi spetta ai lavoratori autonomi a condizione che il reddito annuo presunto non sia superiore a 4.800 euro. Di fatto l’essere titolari di partita IVA non fa perdere il diritto alla NASPI se si rispetta questo limite.

Per non perdere il diritto alla NASPI la titolarità della partita IVA deve essere comunicata in questo modo: se l’attività di lavoro autonomo è preesistente al momento in cui si presenta la domanda di NASPI, il reddito annuo presunto deve essere comunicato entro 30 giorni dall’invio della domanda.

Se, invece, si tratta di una nuova attività di partita IVA la comunicazione del reddito presunto deve avvenire entro 30 giorni dall’inizio. La dichiarazione viene resa all’interno della stessa domanda o tramite il servizio NASpI-Com.

Come si effettua la dichiarazione del reddito per ricevere la Naspi

All’interno della domanda per la NASPI il lavoratore autonomo deve dichiarare il reddito annuo che prevede di ricavare da questa attività. Nel caso di prestazioni a cavallo di due anni bisogna rinnovare la dichiarazione con il modello «NaspiCom» entro il 31 gennaio di ciascun anno. In questo caso si aprono diversi scenari: se il reddito presunto è pari a zero, viene percepita l’intera indennità di disoccupazione; se il reddito presunto è inferiore a 4800 euro, l’indennità viene ridotta di un importo pari all’80 per cento del reddito previsto; se il reddito presunto supera le 4.800 euro si perde il diritto a percepire la Naspi.

Si ricorda che la riduzione viene calcolata sul “reddito presunto”, che potrebbe differire dal reddito effettivo. Potrebbe quindi avvenire un ricalcolo d’ufficio nel momento in cui si presenta la dichiarazione dei redditi.

calcolo reddito presunto NASPI
calcolo fiscale- finanzarapisarda.com

Autodichiarazione dei reddito presunto per l’indennità di disoccupazione per partite IVA

Quando si è esentati dall’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, il beneficiario di Naspi deve presentare all’Inps un’apposita autodichiarazione che riguarda il reddito ricavato dall’attività lavorativa entro il 31 marzo dell’anno successivo. Nel caso in cui non si presenti l’autodichiarazione il lavoratore deve restituire la Naspi percepita fin dalla data di inizio dell’attività lavorativa.

Può succedere che durante il periodo in cui si percepisce la Naspi si decida di dover modificare il reddito dichiarato: in questo caso bisognerà presentare una nuova dichiarazione “a montante”, che sia comprensiva del reddito precedentemente dichiarato e delle variazioni a maggiorazione o a diminuzione. Da questo punto si rideterminerà l’importo della trattenuta sul reddito diminuito delle quote recuperate.