Le pensioni aumentano ma i pensionati vanno in perdita: cosa succede?

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Aumento pensioni e tasse – finanzarapisarda.com

La pensione minima sono è degli argomenti più difficili da affrontare non solo per i cittadini, ma anche per il nuovo governo di centro destra in quanto, a causa dell’aumento dei prezzi, i beneficiari dell’assegno si ritrovano oggi in gravi condizioni economiche.

Entro la fine dell’anno le pensioni andranno adeguate al nuovo livello di inflazione che negli ultimi mesi ha raggiunto quasi il 12%. La nuova soglia pensionistica tuttavia andrà a penalizzare paradossalmente gran parte dei pensionati.

Aumento delle pensioni

L’inflazione ha raggiunto di recente il +11,9%, una crescita che nel nostro paese non si vedeva dall’ormai lontano 1984. Annualmente le pensioni vengono ricalcolare e calibrate al nuovo costo della vita, quindi la pensione che ha un importo minimo di 565,74 euro, dovrà subire un aumento totale di circa 42 euro al mese, raggiungendo i 545 euro all’anno.

Parte dell’aumento è già stato erogato a partire da Ottobre, mese in cui la rivalutazione si assestava al 2%, peccato però che, secondo l’Istat, l’aumento sarebbe dell’8%, evidenziando una situazione ancora molto incerta per tantissimi cittadini italiani. A Novembre sono stati inoltre già erogati i bonus una tantum da 150 euro stabiliti dall’ex governo Draghi nel dl Aiuti-ter.

Per quanto sia positivo che le pensioni subiscano questo aumento, bisogna comunque considerare che questa misura non è altro che una sorta di rimborso per tutto il potere di acquisto perso durante i vari mesi dell’anno, in cui l’inflazione ha causato un aumento dei prezzi di tantissimi prodotti essenziali.

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Aumento pensioni minime – pixabay

Perché le persone andranno in perdita

In Italia è previsto che le persone titolari di trattamenti pensionistici che non raggiungono gli 8.500 euro non debbano provvedere al pagamento dell’IRPEF. Questa cifra corrisponde a 653,85 euro per 13 mesi ed al di sopra di essa scatta l’obbligo di pagamento dell’imposta.

Gli aumenti dedicati alla pensione minima risultano essere perciò esentasse, a differenza degli assegni che superano, anche di un centesimo, la soglia dei 653,85 euro, nonostante un assegno simile risulti comunque largamente insufficiente per far fronte ai costi ed agli aumenti annuali.

I percettori di una pensione da 670 euro quindi assisteranno ad un aumento fino a raggiungere i 723,60 euro, circa 700 euro all’anno, peccato però che con l’applicazione delle tasse si dovrà restituire il 38% dell’aumento ottenuto, perdendo quindi definitivamente parte del potere di acquisto che i pensionati avrebbero dovuto godere durante l’anno.

Senza l’intervento del Governo moltissimi pensionati rischieranno di andare in perdita, pagando la quasi totalità degli aumenti in tasse e senza riuscire a risollevare la propria situazione economica.