Pensioni, arriva l’aumento ma le percentuali fanno discutere: quanto è l’incremento reale?

L’inflazione continua a salire e porta ad  una completa rivistazione per ciò che riguarda le pensioni: quali saranno i cambiamenti?

Era tutto già previsto, ma ora è uffiiciale: la riforma sull’aumento delle pensioni ha visto la luce dopo l’ok del governo e già dai prossimi giorni i beneficiari ne potranno usufruire.

Ma quanto sarà l’aumento previsto dal Governo?

Per ora il ricalcolo pensionistico  è previsto fino alla fine dell’anno corrente, con una percentuale del 2% in più ogni mese. L’upgrade riguarderà tutti i pensionati a cui è garantito un assegno massimo di 2692 euro.

Questo calcolo varrà per i mesi restanti del 2022 con una nuova rivalutazione che sarà valida per il 2023.

A quanto ammonta l’aumento delle pensioni?

La domanda però è in linea pratica a quanto ammonterà l’aumento delle pensioni. Come detto l’aumento si basa sull’assegno lordo percepito dal pensionato.

Dunque bisogna fare delle distinzioni rispetto all’incasso di ognuno: partiamo dalle pensioni minime di 524 euro che vedranno un aumento di 11 euro al mese; su un assegno tondo di 1000 euro l’aumento sarà invece tra i 70 e gli 80 euro. Poi andando al massimo dell’assegno contemplato nel piano pensioni, ovvero 2692 euro l’aumento potrà arrivare fino ai 160-170 euro/mese.

Questi sono aumenti sul compenso lordo, dunque limitati dall’Irpef.ù

Stabilendo poi i conti medi, come rivelato dagli studi del sindacati UIL gli aumenti delle pensioni vedranno un’oscillazione tra i 10 ed i 50 euro lordi ogni 500 euro.

Ciò che però genera certamente il dubbio più grande è: questo sarà sufficiente a limitare i danni?

Bisogna infatti precisare che anche un aumento del 2% che in alcuni casi è relativamente poco significativo (se si tratta ad esempio di 10 euro lordi in più) potrebbe non bastare dato l’aumento dell’inflazione già calcolato al 9%.

Un passo nel 2023 con la rivalutazione pensionistica

 

Passiamo ora ai piani di rivalutazione pensionistica del 2023, con ancora percentuali differenti che si baseranno su gli importi per fasce: del 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo Inps (quindi fino a 2.096 euro), 90% tra 4 e 5 volte (quindi tra i 2.096 e i 2.620 euro), e 75% oltre questa soglia.

Praticamente solo chi ha una pensione di circa 3000 euro lordi al mese usufruirà del 100% degli assegni, chi ha una quota tra i 2096 ed i 2620 del 90% e il restante del 75%.