Emergenza energetica: multe per chi trasgredisce il regolamento dei riscaldamenti

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Multe in arrivo per chi non rispetta gli orari di accensione dei riscaldamenti. Ogni Regione ha predisposto dei regolamenti precisi sull’utilizzo dei termosifoni.

La crisi energetica non accenna a fermarsi, così sono stati imposti degli orari che tutti devono rispettare per il riscaldamento della propria abitazione.

Diverse sono le motivazioni che hanno causato l’emergenza energetica che il nostro Paese sta affrontando. Tra queste vi è l’invasione Russa in Ucraina che ha causato un vertiginoso aumento dei prezzi dell’energia.

A causa di tale scontro bellico, i cittadini hanno dovuto fare i conti con il costo sempre più alto dell’elettricità che ha dato una forte spinta all’inflazione. A tal proposito il Governo ha iniziato a prendere delle importanti decisioni inerenti il consumo di forniture elettriche.

Tra le diverse disposizioni ritroviamo le norme che regolamentano l’uso dei termosifoni nelle abitazioni. Ogni Comune ha infatti stabilito il quantitativo di ore in cui i termosifoni possono essere accesi per riscaldare l’abitazione.

La regola dei termosifoni

Innanzitutto, bisogna stabilire che non tutte le regioni hanno lo stesso quantitativo di ore a disposizione. Questo, infatti, dipende dalla zona di riferimento e dal fatto che può essere più o meno esposta alle basse temperature. Volendo fare un semplicissimo esempio, mentre a Palermo dove le temperature non sono essenzialmente basse, il numero di ore in cui si possono accendere i riscaldamenti si stabilisce sulle 7 ore. Diversamente, quando parliamo di Milano, il numero di ore tende ad aumentare fino alle 13 ore al giorno. L’unico problema è che non tutti i cittadini riescono a rispettare tali regole, dimenticando il regolamento.

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Cosa accade in caso di inosservanza delle regole

Come per qualsiasi inosservanza di regole, esistono delle conseguenze ben precise. Ma precisamente, di quali conseguenze parliamo? L’inosservanza di tali regole potrebbe costare caro. Infatti, le sanzioni possono partire dalle 3.000 euro che devono essere pagate dal proprietario, l’amministratore del condominio oppure la terza persona che ha preso piena responsabilità di tale azione.