Cosa accade ai crediti edilizi residui non ancora usati? Facciamo chiarezza una volta e per tutte

superbonus 2023
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Continua la ricerca di una soluzione adatta per sbloccare i crediti del Superbonus: il pensiero e la soluzione vanno ai modelli F24 ed anche ai Btp.

Una questione che va avanti praticamente da quando il Superbonus 110 è stato istituito è quello correlato con la gestione dei crediti edilizi, questione abbastanza scottante che ha creato non pochi pensieri sulla causa.

Si cerca allora di trovare la soluzione ideale, che potrebbe essere riversata per esempio sui modelli F24, ovvero quei modelli che vengono utilizzati per pagare le imposte in banca.

Questa soluzione è stata annunciata ad esempio da vari componenti importanti del settore bancario, come ad esempio il Presidente della commissione Finanze della Camera Marco Osnato, il quale ha dichiarato che vi saranno prossimamente novità estremamente importanti sulla questione.

Chi invece era risultato contrario fin da subito a questa soluzione era stato il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. Ma sembrerebbe che quella degli F24 non sia l’unica soluzione messa in campo.

Superbonus e questione crediti: si valutano anche i Btp

Non solo il modello F24 potrebbe essere una soluzione data per la risoluzione dei crediti edilizi, ma si parla anche di gestire quei titoli che non sono stati venduti negli ultimi 10 anni dalle banche convertendoli in buoni del tesoro poliennale, ovvero dei titoli di Stato, delle obbligazioni emesse.

Sulla questione anche dei Btp si è pronunciato ancora lo stesso Osnato, dichiarando che: “Lunedì credo che riusciremo a dare una risposta più precisa che contempererà anche gli F24, in parte, e una soluzione innovativa che sostanzialmente prevede un veicolo che risolverà i problemi residui”.

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Il Presidente dell’Istituto è risultato molto fiducioso, dati anche i dati di 10,2 miliardi per le assicurazioni per quest’anno e quella delle banche di 7,2 miliardi.

La questione però si starebbe automaticamente risolvendo, dato che le stesse banche stanno ricominciando a comprare crediti: Banco Bpm, che ha impegni all’acquisto di crediti fiscali sottoscritti (2,5 miliardi su un plafond già impegnato di 4 miliardi) che al momento permettono una cauta apertura a nuove operazioni. Altri istituti, come Intesa Sanpaolo avrebbero già raggiunto la propria capacità fiscale dopo aver acquistato crediti fiscali per circa 16 miliardi con un numero di pratiche evase nell’ordine delle 200 mila.