Reddito di cittadinanza, addio definitivo : è finita | scatta lo stop per tutti

Giorgia Meloni abolisce il reddito di cittadinanza
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Il Reddito di cittadinanza verrà ufficialmente abolito nel 2024 e fortemente limitato a metà del 2023. La decisione del Governo risulta ormai definitiva: l’ora dell’addio.

Ufficiale: il Governo ha decretato che il Reddito di cittadinanza cesserà di esistere nel 2024. Ma non solo, infatti le ultime domande per ottenere il reddito sociale voluto fortemente dal Governo Conte, saranno entro questo ultimo mese dell’anno ed a partire da Agosto del 2023 ci saranno forti limiti già nel percepire il reddito.

Dopo le controverse e dibattute ragioni del perché sia stato annullato e se fosse legale che il Governo togliesse un supporto del genere prima della necessaria scadenza di diritto del cittadino, entro dunque i 18 mesi, ora si cerca di capire cosa avverrà dopo la fine del reddito.

Sembrerebbe infatti che non sia proprio la volontà del Premier Giorgia Meloni quello di eliminare totalmente il reddito dalle tasche di tutti gli italiani. Non è ancora però del tutto chiaro se l’erogazione del reddito di cittadinanza resterà ancora per 7 o 8 mensilità.

Su questo tema però era intervenuto precedentemente ill Ministro Giorgetti, che aveva confermato la proroga dei redditi di cittadinanza non più per 8 mensilità, ma solo per altre 7.

Reddito di cittadinanza: perché dovrebbero essere solo 7 mensilità?

Questo cambiamento, data l’impossibilità di modifica attualmente della Legge di bilancio 2023, permetterà al Governo di recuperare circa 200 milioni di budget da stanziare per altre priorità come l’aumento delle pensioni minime.

Dunque ora percepire il reddito di cittadinanza sarà in un tempo ridotto per tutti, a parte determinate categorie di famiglie con all’interno del nucleo famigliare disabili, minori o over 60 che potranno continuare a percepire il reddito per altri almeno 12 mensilità.

Giorgia Meloni abolisce il reddito di cittadinanza
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Il reddito potrà dunque essere percepito ancora per un massimo di 7 mesi, anche non consecutivi: se infatti una persona dovesse ad esempio percepire il reddito da oggi per due mesi, poi trovare impiego per alcuni mesi e successivamente tornare senza lavoro, ecco che la persona potrebbe richiedere nuovamente l’accettazione del reddito per altri 5 mesi.

Timore invece per quanto riguarda i lavoratori tra i 50 ed i 60 anni, difficilmente riadattabili: “alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 7/8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. E’ inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza, decade il beneficio del reddito. Si decade anche nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua”.