Stop al Reddito di Cittadinanza, ma non per tutti

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Il 2023 prevede molti tagli ai possessori di Reddito di Cittadinanza. Solo in pochi potranno continuare a percepire l’indennità mensile.

Il Premier Meloni ha deciso che i beneficiari saranno solo coloro che non potranno lavorare per ovvi motivi, per il resto ci si deve preparare a dire addio al servizio di Reddito di Cittadinanza.

Il nuovo governo ha ormai deciso, il 2023 avrà dei nuovi risvolti che non piaceranno proprio a tutti. Infatti, l’indennità del RdC verrà eliminata a partire dal nuovo anno per determinate categorie.

Secondo quanto affermato nella Legge di Bilancio, non sarà più solo l’Isee l’indicatore principale su cui graveranno le decisioni di affidare o eliminare il famoso Reddito. Ci saranno altre ragioni che comporteranno la perdita immediata dell’indennità.

C’entrano i cosiddetti soggetti “occupabili”, ovvero coloro che non hanno alcun impedimento e che, proprio per questo, non avrebbero problemi con alcun tipo di impiego.

Cosa cambierà nel 2023 con la nuova Legge di Bilancio

I nuovi provvedimenti in atto del governo mireranno, quindi, ad eliminare il Reddito per coloro che sono definiti occupabili e che hanno sottoscritto il Patto per il lavoro con il centro per l’impiego. A questi soggetti verrà imposto l’obbligo di seguire un corso di formazione o una sorta di riqualificazione professionale, da seguire per almeno 6 mesi. E’ qui che cambia tutto,  chi rifiuta tutto ciò o non partecipa alla formazione, perderà nell’immediato il reddito di cittadinanza. Stesse sorti spetteranno a coloro che rifiuteranno qualsiasi proposta di lavoro. Dal primo rifiuto, infatti, il governo ha predisposto l’immediata decadenza del Reddito.

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Nuovi impieghi con la Legge di Bilancio 2023

Se da un lato il Reddito di Cittadinanza toglie, dall’altro ha consentito ai Comuni di poter aumentare il grado d’impiego dei cittadini e stabilire una sorta di vicinanza del singolo al mondo del lavoro. Tutti coloro che percepiscono il Reddito di Cittadinanza dovranno, infatti, mettersi a disposizione del Comune per svolgere i lavori di pubblica utilità per almeno 8 ore a settimana.