Tetto contanti a 5mila euro, taglio fiscale e stop rincari, la nuova manovra del governo

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Giorgia Meloni è al lavoro sulla prima legge di Bilancio del nuovo governo: dopo l’intervento sul caro bollette, si confermerà il taglio del cuneo e si abbasserà il tetto del contante a 5mila euro.

Nuova manovra di governo che prende forma: taglio fiscale, riduzione bollette e tetto contanti a 5mila euro. Scopriamo i dettagli.

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La prima manovra targata Giorgia Meloni non manterrà molte delle promesse elettorali. Prevedibile, considerando la crisi energetica e le emergenze da affrontare. E la conferma è arrivata dalla stessa presidente del Consiglio in occasione del suo discorso programmatico alle Camere. Altri interventi, dalla flat tax alla riforma struttura del sistema pensionistico, verranno ridimensionati o rimandati.

Qualche misura identitaria, però, il governo la metterà in campo subito. Non solo, quindi, l’intervento sulle bollette con un primo decreto e poi con nuove misure in legge di Bilancio. Sembra praticamente certa la svolta sul tetto al contante, con il limite che potrebbe passare non a 10mila, ma a 5mila euro.

Altra quasi certezza è la tregua fiscale, così come l’intervento per prorogare alcune misure in tema di pensioni. Ancora, sembra molto difficile che non venga confermato il taglio del cuneo fiscale introdotto dal governo Draghi per il 2022. La manovra, quindi, prende forma. Vediamo quali sono le valutazioni di queste ore di Meloni e cosa succederà nelle prossime settimane.

La Lega ha già presentato un disegno di legge per innalzare il tetto al contante a 10mila euro. Proposta che ha già ricevuto qualche critica. La linea di Fratelli d’Italia, però, non è molto diversa, anche se un ragionamento si sta portando avanti su un’altra soglia, quella dei 5mila euro.

L’unica certezza è che non si scenderà al limite dei mille euro che sarebbe dovuto scattare dal 2023. Il governo, come spiegato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, fisserà un tetto. Che potrebbe essere di 5 o 6mila euro e non 10mila, dunque. L’intenzione è quella di seguire l’esempio di altri paesi europei, anche se le soglie sono molto diverse: si va dai 500 euro della Grecia a chi, come la Germania, non ha alcun limite.

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La prima emergenza resta comunque il caro bollette. La priorità assoluta è intervenire mitigando le tariffe di luce e gas per famiglie e imprese. Poi, nel medio termine, bisogna invece ridurre la domanda e aumentare l’offerta da fonti di approvvigionamento diverse dalla Russia.

Meloni ha fatto il punto con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sulla legge di Bilancio. L’obiettivo è che arrivi in Parlamento tra il 18 e il 22 novembre, per poi dare circa un mese alle Camere per esaminarla evitando l’esercizio provvisorio. La presidente del Consiglio si è confrontata anche con Maurizio Leo, probabile viceministro di Giorgetti.

E poi con Raffaele Fitto e Marina Calderone l’intento è chiaro: capire subito quali sono i dossier più scottanti da affrontare con la manovra. Giorgetti, inoltre, ha presentato una prima relazione sui conti: oltre ai 10 miliardi di tesoretto si potrà contare sul buon andamento delle entrate Iva.

La manovra, come detto anche da Meloni, si concentrerà soprattutto sul caro energia. Ma non possono mancare altri interventi, a partire dalla conferma del taglio del cuneo fiscale: per il 2023 è necessario prorogare lo sgravio contributivo del 2% in scadenza a dicembre. Difficile, invece, che si possa aumentare questo taglio e aumentare da subito le buste paga: la presidente del Consiglio ha già spiegato che sarà un intervento graduale e non immediato.

Altra certezza è l’intervento sull’anticipo pensionistico: non ci sarà da subito una riforma strutturale, ma si attende – come annunciato da Meloni stessa – una proroga delle misure ora in campo. Parliamo, quindi, di Opzione donna e Ape sociale, ma probabilmente anche della quota 102, necessaria per evitare uno scalone.