Divorzio, occhio ai controlli fiscali: rischi di pagare una cifra esorbitante | Cosa sapere

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Quando si affronta un processo di separazione o divorzio bisogna pensare anche alle questioni fiscali: ecco a cosa prestare attenzione.

Nel momento in cui si decide di separarsi o divorziare dal proprio coniuge bisogna pensare anche ai risvolti fiscali: potrebbero scattare, infatti, dei controlli approfonditi.

I controlli fiscali sarebbero collegati soprattutto alla determinazione dell’assegno di mantenimento dell’ex coniuge e degli eventuali figli nati dal matrimonio.

A portare alla luce tutti i possibili collegamenti tra indagini tributarie e finanziarie e processi civili in atto ci ha pensato la riforma Cartabia.

Questa riforma pone l’accento sulla determinazione dell’assegno di mantenimento che fa seguito ad un processo di divorzio o separazione.

Divorzio e controlli fiscali: indagini su eventuali patrimoni nascosti

Nel caso di controlli fiscali potrebbero sorgere dei problemi legati a redditi differenti da quelli dichiarati. Secondo quanto stabilito precedentemente alla riforma Cartabia entrambi i coniugi erano chiamati a presentare la propria dichiarazione dei redditi. A questa andavano aggiunti ulteriori documenti per definire il quadro completo del patrimonio personale e comune. In caso di contestazione il tribunale può decidere di disporre indagini approfondite sui redditi, analizzando il tenore di vita dei soggetti coinvolti e cercando eventuali entrate nascoste.

I coniugi possono contestare i redditi nel caso in cui sospettino dichiarazioni mancanti o volutamente fraudolente. Il giudice può dare via alle indagini attraverso un’apposita delega alla Guardia di Finanza territoriale. In questo caso la polizia tributaria può sfruttare ogni strumento a propria disposizione.

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Determinazione errata dell’assegno di mantenimento: cosa accade al coniuge fraudolento

Cosa succede, invece, a partire dalla nuova riforma Cartabia? Il giudice adesso può ordinare d’ufficio l’integrazione della documentazione depositata dalle parti. Il giudice è anche autorizzato a chiedere di esibire tutti i documenti per le indagini sui redditi, l’effettivo tenore di vita e il patrimonio, anche nei confronti di terzi, questo indipendentemente dalla contestazione delle parti.

Nel caso in cui l’Amministrazione finanziaria dovesse rilevare differenze tra la dichiarazione e l’effettiva realtà finanziaria, il contribuente dovrà dimostrare che la determinazione è errata. Resta valido l’onere della prova contraria, ma dalla Corte di Cassazione viene fissato un ulteriore principio che riguarda le indagini bancarie. Queste ultime risultano avere valore probatorio, da ricondurre alle presunzioni legali, che possono essere assolute, in assenza di ammissione della prova contraria. Il coniuge che viene ritenuto colpevole di aver nascosto dei redditi sarà chiamato a corrispondere un assegno di mantenimento più elevato, deciso dal giudice e si troverà coinvolto in un procedimento penale.