Sanità pubblica stravolta: la sua fine è vicinissima | Preparati al peggio

Sanità pubblica
Letti di ospedale – finanzarapisarda.com

Un’analisi della Corte dei Conti sul SSN traccia un quadro decisamente sconfortante sul sistema sanitario pubblico del nostro paese.

Un tempo l’Italia poteva andare fiera del proprio Servizio Sanitario Nazionale. Entrato in vigore il 1 gennaio 1980 per volontà dell’Onorevole Tina Anselmi, il SSN sostituì il vecchio sistema mutualistico precedente.

Il concetto chiave che sottostava alle volontà istituzionali del tempo era quello di gratuità ed universalità delle cure sanitarie, e attorno a tale fine fu strutturata la sanità pubblica italiana per oltre un decennio. Le cose iniziarono a cambiare negli anni Novanta, con l’introduzione della logica privatistica all’interno di molti ambiti della amministrazione statale e pubblica.

Uno degli effetti immediati di questo cambio di paradigma fu la trasformazione delle vecchie Unità Sanitarie Locali in Aziende Sanitarie Locali: nomen omen. Venne così introdotto – anche nel pubblico – un criterio di gestione e valutazione di tipo aziendalistico. In primo luogo, quest’ultimo assunse la forma di una attenta gestione dei costi.

Infine, fu la riforma costituzionale del 2001 a ridisegnare ulteriormente il servizio sanitario pubblico. Da allora infatti la sanità è stata sostanzialmente regionalizzata in relazione al governo della stessa, rendendo di fatto non possibile l’intervento di riforma da parte dello Stato.

Lo stato di salute della “salute pubblica”

Ma veniamo all’oggi e a quanto viene testimoniato da l’ultima indagine della Corte dei Conti sullo stato di salute del SSN. Da ciò che emerge, la situazione appare decisamente pessima. Ben 15 regioni su 20 – il 75% – presentano bilanci relativi ai sevizi sanitari in passivo e addirittura il 35% – cioè 7 regioni su 20 – non riesce ed erogare i minimi servizi essenziali di cura e prevenzione.

Nonostante siano stati stanziati nel 2021 – a livello nazionale – 500 milioni di euro per recuperare i ritardi nelle liste di attesa provocati dalla pandemia e nonostante ne sia stato speso il 70%, ancora oggi il problema di dover aspettare mesi, se non anni, per una visita specialistica è ancora diffusamente presente.

Servizio Sanitario Nazionale
Medici al lavoro – finanzarapisarda.com

Come superare la crisi del SSN?

Il problema del superamento della crisi del Servizio Sanitario Nazionale è strettamente legato agli effetti della riforma costituzionale del 2001, ovvero all’autonomia differenziata. Lo Stato non può intervenire direttamente, andando a sanare le problematiche locali, poiché l’intervento è per norma mediato dalle Regioni, che hanno il diritto/dovere di gestire la spesa sanitaria in autonomia.

E non si creda che i problemi riguardino esclusivamente le regioni meridionali, storicamente additate come inefficienti. La Valle d’Aosta, ad esempio, risulta insufficiente – così emerge dai dati della Corte dei Conti – nelle aree ospedaliere, nei distretti e nella prevenzione.