Tutto quello che c’è da sapere sulla residenza, reale o fittizia. Cosa dice la legge su irreperibilità e cancellazione anagrafica.
E’ forse possibile scomparire, far perdere le proprie tracce definitivamente, soprattutto nei confronti del fisco? Qualcuno, certamente, se lo sarà chiesto forse anche più di una volta.
E’ ovvio che questo significherebbe eludere i propri obblighi fiscali, pertanto si tratterebbe di una pratica da condannare con la fermezza più assoluta. Ciononostante il tema sottostante è serio e merita un approfondimento articolato. La questione che è legittimo porsi è: cosa succede se si perde la residenza? come la si riottiene? che significa cancellazione anagrafica?
Innanzitutto una prima considerazione, piuttosto ovvia e risaputa: la residenza, normalmente, coincide con la propria dimora abituale. A meno di non essere provvisti di PEC (Posta Elettronica Certificata), è esattamente presso la nostra residenza che vengono inviate tutte le comunicazioni da parte delle pubbliche istituzioni: atti giudiziari, certificazioni anagrafiche, tessere elettorali, sanitarie, e quant’altro. Peraltro, fornire un indirizzo falso come indirizzo di residenza equivale a commettere un reato penale.
Si tratta quindi di una residenza reale: tizio vive in via Tal dei Tali e lì deve avere la residenza. Ci sono però casi in cui una dimora abituale non si ha: si pensi ad esempio ai senzatetto, ai nomadi, agli ambulanti.
In tal caso colui che si trova senza una fissa dimora può fare richiesta presso gli uffici comunali della zona in cui vive prevalentemente e richiedere una residenza fittizia. Si tratta molto spesso di un indirizzo virtuale – ossia una strada che di fatto non esiste, creata appositamente per gli homeless – o, talvolta l’indirizzo del Comune stesso.
L’importante però è che colui che fa la richiesta abbia, comunque, un luogo da considerarsi come “domicilio”, anche se impropriamente: un ostello, una stazione, una mensa per i poveri. E’ qui che verranno inviate le comunicazioni e le notifiche che lo riguardano, pertanto è necessario che il senza fissa dimora vi si rechi abitualmente.
Ma torniamo al punto centrale: che succede se si perde la residenza? Questo è possibile innanzitutto quando viene accertata, dagli uffici comunali preposti, l’irreperibilità della persona.
A seguito di tali accertamenti scatta d’ufficio la cancellazione dall’anagrafe comunale, con la conseguente perdita dei propri diritti, come ad esempio quello alla salute. Inoltre, non si potrà più votare, guidare legalmente un auto, espatriare, ed altro ancora. Non parrebbe, questa, essere una soluzione brillante per chi volesse fuggire dal fisco…