Al via l’equo compenso, ma non è tutto oro ciò che luccica: qualcosa non torna | Se sei libero professionista devi sapere

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equo compenso- finanzarapisarda.com

Entra in vigore la legge sull’equo compenso per i liberi professionisti: ecco tutto quello che c’è da sapere sulla normativa.

La legge sull’equo compenso è pensata per tutelare i professionisti sotto due punti di vista, sia per la parcella che per la presenza di clausole contrattuali vessatorie.

Banche, assicurazioni, pubblica amministrazione e grandi imprese devono riconoscere ai liberi professionisti compensi adeguati alla prestazione richiesta che siano in linea con i parametri ministeriali.

Viene disposta anche la nullità delle pattuizioni e clausole vessatorie che vietano la professionista di richiedere acconti nel corso della prestazione e che consentono al cliente di modificare unilateralmente il contratto o di pretendere prestazioni aggiuntive a titolo gratuito.

Le clausole vessatorie, inoltre, non prevedono equo compenso proporzionato al servizio prestato e attribuiscono vantaggi sproporzionati al committente rispetto al lavoro svolto. Rientrano in questa categoria anche le clausole che prevedono termini di pagamento superiori a 60 giorni dal ricevimento della fattura.

Criticità della legge sull’equo compenso: platea stretta e scarso sistema sanzionatorio

La legge sull’equo compenso presenta alcune criticità: prima di tutto si rivolge alla tutela di una platea troppo ristretta, che comprende circa 51mila aziende e 27mila pubbliche amministrazioni. Attualmente i parametri ministeriali utilizzati sono gli stessi che vengono usati in tribunale nei casi di contezioso sulle parcelle e si tratta di parametri molto vecchi per le professioni ordinistiche. Per le professioni non ordinistiche non ci sono ancora parametri che saranno definiti in un secondo momento con un decreto ministeriale.

Per quanto riguarda il sistema sanzionatorio, invece, questo colpisce il professionista e non il cliente. La norma, infatti, prevede che gli Ordini abbiano il potere di sanzionare i propri iscritti che accettano compensi non equi, ma non esiste un soggetto che sanziona i professionisti non iscritti ad un Ordine.

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Incarichi gratuiti per i professionisti: sono ancora possibili con l’equo compenso?

Le critiche hanno sottolineato anche la mancata applicazione retroattiva della legge: sulle convenzioni in essere non agiscono le nuove regole e i nuovi contratti stipulati in base a vecchie convenzioni non sono soggetti all’equo compenso.

C’è da aggiungere che in base al nuovo Codice appalti, il Dlgs 36/2023, all’articolo 8 si continuano ad ammettere gli incarichi gratuiti per i professionisti. Si specifica che “le prestazioni d’opera intellettuale non possono essere rese dai professionisti gratuitamente, salvo che in casi eccezionali e previa adeguata motivazione”. Non esiste un divieto esplicito di incarichi gratuiti e, conseguenzialmente, l’equo compenso si applica solo laddove sia previsto effettivamente un consenso.