Attualità

La pensione anticipata conviene solo in questi casi: pensaci bene prima di chiederla

finanzarapisarda.com

Ecco quando richiedere la pensione anticipata ha una sua convenienza e quando invece non ha nessuna convenienza effettiva: fai attenzione a questi dettagli prima di richiederla.

La pensione anticipata è uno dei temi più scottanti di quest’ultimo periodo, data la possibilità da parte dei pensionati italiani di richiederla grazie a varie riforme contributive come Quota103, Ape sociale e Opzione Donna.

Prendendo in considerazione però la più richiesta, ovvero Quota103, quella che ha sostituito le precedenti riforme pensionistiche Quota102 e Quota100, si nota che il limite imposto è solamente anagrafico, dato che è stato stabilito un minimo per richiederla di 62 anni di età anagrafica e 41 anni di contributi versati.

La questione diventa complessa dal momento che in alcuni casi, richiedendo questa riforma anticipata, il contribuente in questione invece di fare qualcosa di positivo, potrebbe invece andarci a rimettere.

Questo perché la riforma anticipata implica la regola chel’importo lordo dell’assegno non può superare di cinque volte il trattamento minimo previsto dall’Inps, circa 2800 euro lordi, fino a quando non si sarà raggiunta l’età anagrafica standard per andare in pensione (67 anni). Questo cosa significa?

Pensione anticipata: per quale motivo è uno svantaggio?

Bisogna contare che questi numeri potrebbero rivelarsi svantaggiosi principalmente per coloro che hanno la possibilità di ottenere una pensione alta o medio alta e dunque di ottenere da subito una contribuzione pensionistica molto maggiore.

Ma anche e successivamente vanno calcolati una serie di fattori abbastanza privati e personali, come ad esempio quanto si è capaci di sopportare lo stress lavorativo o anche quanti risparmi effettivi si hanno da parte. Questo per farsi un’idea generale sul da farsi, dato che oltretutto una volta richiesta la Quota103, ufficialmente non si potrà per legge più ritornare a lavorare.

finanzarapisarda.com

Quota103: di che cosa si tratta esattamente?

Con l’introduzione di questo nuovo sistema di calcolo una nuova fetta di popolazione potrà usufruire del sistema pensionistico compiuti i 62 anni di età a patto di aver versato almeno 41 anni di contributi. Bisogna prestare attenzione, però, ad un fattore estremamente importante, dato che vi sarà comunque una differenza sostanziale tra questo nuovo sistema e la precedente Quota100.

Si tratta dell’ammontare del trattamento minimo INPS che non potrà superare il quintuplo della quota, cioè una somma massima di 2658,65 € mensili. Questo limite viene imposto almeno fino all’ingresso effettivo secondo i normali requisiti previsti dalla precedente “Legge Fornero”, ovvero fino a 67 anni di età. Questa limitazione è stata prevista proprio per non rendere più facile l’accesso a coloro che, contributi alla mano, avrebbero diritto ad un ingresso economico maggiore.