14.2 miliardi di euro | Disastro combinato del Governo: tutta colpa delle pensioni

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Pensioni anticipate che vengono rilasciate in questi giorni costeranno al Governo miliardi: ecco perché nasce il problema e come poter trovare una risoluzione.

Il post Quota103 si fa già sentire e la pensione anticipata porta un carico non indifferente sulle spalle del Governo e degli italiani stessi: un calcolo che non lascia scampo infatti quello sull’assorbimento della riforma presidenziale sui fondi messi a disposizione per la riforma previdenziale.

Infatti le statistiche rendono noto che dal 1° gennaio 2023 le pensioni anticipate assorbono ben 121,6 miliardi: quasi il 53% del conto totale da circa 231 miliardi per prestazioni pensionistiche.

La percentuale sale al 58,9% prendendo in considerazione i soli assegni “strettamente previdenziali”, che in tutto costano 206,6 miliardi, ma scende al 37% nel caso dei nuovi trattamenti liquidati nel solo 2022 per un importo totale di 14,2 miliardi, 5,2 dei quali appunto destinati agli “anticipi”.

Ma di cosa parliamo quando ci riferiamo alla Quota103 esattamente?

Quota103 e pensione anticipata: ecco di cosa si parla

Tramite la circolare INPS “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025” viene approvata definitivamente la pensione anticipata flessibile.

L’Instituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) ha già reso noto un ulteriore passo avanti che modifica il sistema pensionistico italiano: la circolare numero 754/2023 va infatti a consolidare l’avvio di Quota 103, la pensione anticipata flessibile, che andrà a sostituire la precedente Quota100, la cui scadenza è stata il 31 Dicembre 2022.

Con la pensione anticipata flessibile molti italiani potranno usufruire dunque di un’apertura anticipata della propria finestra di pensionamento, questo sia per settore privato che per il pubblico senza alcuna distinzione.

Inoltre l’INPS stesso ha comunicato che le domande di pensionamento comprese in questo nuovo sistema potranno essere inoltrate in via telematica, accedendo al portale istituzionale che è stato aggiornato per facilitare la procedura di richiesta cliccando sul portale proprio la voce “Pensione anticipata flessibile”.

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Con l’introduzione di questo nuovo sistema di calcolo una nuova fetta di popolazione potrà usufruire del sistema pensionistico compiuti i 62 anni di età a patto di aver versato almeno 41 anni di contributi. Bisogna prestare attenzione, però, ad un fattore estremamente importante, dato che vi sarà comunque una differenza sostanziale tra questo nuovo sistema e la precedente Quota100.

Si tratta dell’ammontare del trattamento minimo INPS che non potrà superare il quintuplo della quota, cioè una somma massima di 2658,65 € mensili. Questo limite viene imposto almeno fino all’ingresso effettivo secondo i normali requisiti previsti dalla precedente “Legge Fornero”, ovvero fino a 67 anni di età. Questa limitazione è stata prevista proprio per non rendere più facile l’accesso a coloro che, contributi alla mano, avrebbero diritto ad un ingresso economico maggiore.