I supermercati COOP chiudono definitivamente i battenti | Ultimo saluto per marchio storico italiano

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La Coop, storico marchio di supermercati italiani, vedrà l’acquisizione di una serie di suoi punti vendita da parte del marchio Tigre. La fine di uno storico marchio italiano?

La trattativa si dovrebbe chiudere in questi giorni, la data prevista probabilmente è il 7 aprile: questa è la scadenza per quanto riguarda il passaggio di testimone nella trattativa che porterà l’acquisizione da parte del gruppo di supermercati Tigre di ben 54 punti vendita marchio cooperativa Unicoop Tirreno presenti sul suolo di Roma.

Una caduta storica che potrebbe significare la fine del marchio? Certamente una sua netta diminuzione, soprattutto per quanto riguarda i punti vendita presente nella Capitale, che arriveranno ad essere solo 7, mentre tutti gli altri passeranno appunto al gruppo di Ascoli Piceno.

Come tutti sanno il marchio Coop è particolarmente presente soprattutto su Nord e Centro Italia con tantissimi punti vendita in particolare in Toscana ed Emilia Romagna, ed a parte un minimo sviluppo in alcune regioni del Sud come la Puglia e in alcune isole, non è comunque radicata la sua presenza su tutto il territorio italiano.

L’obiettivo di Coop è sempre stato soprattutto assicurare ai consumatori la vendita di prodotti ad un costo assolutamente vantaggioso per tutti.

Coop: lo sviluppo delle trattative ed i termini di acquisizione di Tigre

Confermato dunque dai punti vendita principali della Capitale situati nella vicina Guidonia il passaggio di proprietà che avrà certamente luogo entro l’inizio di Aprile. Un passaggio di testimone che rafforza il gruppo marchigiano, gestito principalmente appunto dai Magazzini Gabrielli di Ascoli Piceno e che porta la presenza del gruppo su territorio laziale a più di 100 punti vendita.

Ci si chiede però a questo punto: quali sono state le ragioni che hanno portato a questo cambiamento cosi improvviso? Sicuramente le perdite che Coop sta avendo a livello di fatturato a partire dal 2o21, perdite che ammontano a ben 21 milioni di euro e che portano il fatturato complessivo del gruppo a poco più di 181 milioni di euro.

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Sul fronte dei dipendenti la paura è certamente alta e giustificata, dato che verrebbero coinvolte ben 800 persone che vedrebbero in bilico il loro posto di lavoro, anche se in questo caso i sindacati hanno avuto delle rassicurazioni dato che vi sarebbe una clausola contrattuale che garantirebbe il continuo delle prestazioni lavorative nel passaggio di gestione.

Una questione dunque di cui si attendono gli sviluppi con il fiato sospeso e una perdita che certamente lascerà l’amaro in bocca a più di un affezionato.