Alta preoccupazione per gli attacchi Hacker, il Governo vuole chiarezza

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Recentemente sono stati rilevati diversi attacchi Hacker che hanno compromesso lo stato dei server di tutto il mondo. Gli esperti stanno indagando e sono alla ricerca dei colpevoli.

Il Governo si è detto molto preoccupato dalla situazione ed ha indetto un vertice a Palazzo Chigi dedicato proprio alla questione in quanto senza interventi immediati gli italiani potrebbero perdere centinaia di migliaia di euro per i riscatti.

Secondo le notizie più recenti i pirati informatici hanno attaccato principalmente i server “VMware ESXi”, che gestiscono i sistemi di paesi da ogni parte del mondo, dall’Italia, alla Francia, alla Danimarca e persino in Nord America. L’attacco è stato rlevato dal Computer security incident response team Italia dell’Agenzia per la sybersicurezza nazionale.

Dopo i controlli il team di esperti ha dichiarato che sono migliaia i server compromessi dal malware, i dati personali a rischio sono quindi innumerevoli. Il Governo ha deciso di parlare del tema in riunione a Palazzo Chigi dove Alfredo Mantovano, l’autorità delegata per la sicurezza, incontrerà il direttore ACN, Roberto Baldoni ed Elisabetta Belloni, la direttrice del Dipartimento informazione e sicurezza.

Durante l’incontro è stata analizzata la situazione nazionale e si è discusso in merito alla divulgazione di misure di contenimento dei danni. Gli esperti e la Polizia Postale hanno riferito che nessuna istituzione che opera nella sicurezza nazionale è stata colpita dagli attacchi e che gli hacker non sembra possano provenire da Stati ostili.

In cosa consiste l’attacco hacker ai server VMware ESXi

Le testimonianze hanno confermato l’intento criminale degli hacker i quali, dopo aver infettato i dispositivi con i malware nocivi, richiedono una ingente ma raggiungibile somma di denaro a privati ed aziende per garantire la restituzione di tutti i dati e file personali.

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La probabilità dell’attacco era nota sin dal 2021 e da palazzo Chigi non sono mancate le critiche nei confronti di chi non ha operato in piena sicurezza: “l’Agenzia aveva allertato tutti i soggetti sensibili affinché adottassero le necessarie misure di protezione. Taluni hanno tenuto in debita considerazione l’avvertimento, altri no e purtroppo oggi ne pagano le conseguenze”.

Il malware, presente soprattutto nelle mail come allegato o come file scaricabile, è stato distribuito in massa su un numero altissimo di device, sia computer che smartphone in quanto sono stati camuffati da allegati e link utili per la comunicazione. Purtroppo dopo l’apertura di essi da parte dell’utente ogni file viene permanentemente reso inaccessibile, sempreché non si decida di pagare centinaia o migliaia di euro il gruppo di hacker per la restituzione di quanto perso.