Cartelle esattoriali: quando contestarle e quando (invece) pagarle

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Cosa avviene in caso di mancato pagamento della cartella esattoriale? Ecco quali sono gli avvisi per cui vale la pena prestare attenzione.

Il pignoramento è un atto estremo che viene disposto dagli istituti di credito in situazioni di estremo debito. Vediamo in quali casi viene predisposto.

Facile è sottoscrivere un prestito, come altrettanto facile (purtroppo) è non riuscire a pagare i debiti. Purtroppo la situazione economica degli italiani, in questo periodo, non è dei migliori e questo costringe molte persone a restare indietro con i pagamenti.

Ma cosa accade quando a non essere pagati sono i debiti sottoscritti con società di prestito? L’argomento cui oggi presteremo particolare attenzione riguarda le famose cartelle esattoriali.

Ricevere una cartella esattoriale non sempre è indice di imminente pignoramento dei propri beni. La notifica della cartella annuncia la possibilità di un possibile pignoramento ma, spesso, tra tale notifica e l’atto di pignoramento passano molti mesi e, in alcuni casi, addirittura anni.

Cos’è la cartella esattoriale e quando può essere contestata

Prima di conoscere le conseguenze in merito al mancato pagamento della cartella esattoriale, comprendiamo prima di cosa si tratta. La cartella esattoriale è un sollecito di pagamento o una mora inviata da un avvocato. E’ un documento ufficiale che mette in guardia il potenziale debitore dall’effettuare il prima possibile il pagamento. E’ possibile contestare la cartella esattoriale? In genere, tale notifica di pagamento è incontestabile, ma ci sono alcuni casi di errori in cui è possibile rifiutare di prendere in considerazione la cartella in questione. Per presentare opposizione in caso in cui la cartella fosse “viziata”, bisogna rispettare il termine di:

  • 30 giorni nel caso in cui la cartella si riferisca al mancato pagamento di multe stradali;
  • 40 giorni se la cartella si riferisce al mancato pagamento di contributi previdenziali dovuti ad istituti come Inps o Inail;
  • 60 giorni se la cartella si riferisce al mancato pagamento di tasse e tributi.
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Cosa accade se non viene presa in considerazione la cartella esattoriale

Fino ad ora abbiamo compreso cosa significhi cartella esattoriale e in quali casi può essere contestato tale pagamento. Ora andiamo ad analizzare i casi in cui tale cartella, in mancanza di errori, non venga pagata dal debitore. Cosa potrebbe accadere? Ad entrare in azione è l’Agente per la Riscossione esattoriale che interviene per azioni cautelari, tra queste abbiamo:

  • fermo amministrativo dell’auto: per cui il debitore non ha la possibilità di utilizzare la propria auto proprio perché è stato predisposto un fermo. Se il veicolo viene utilizzato, si rischia una sanzione che va dai 1988 euro fino ai 7593 euro;
  • ipoteca sugli immobili del debitore. Tale misura viene presa solo quando il debito supera la soglia dei 20.000 euro.
  • pignoramento del conto corrente bancario: tale provvedimento può essere esercitato ma entro alcuni limiti. Ad essere pignorato, infatti, sarà solo l’importo che eccede il triplo dell’importo dell’assegno sociale;
  • pignoramento di uno o più immobili con la conseguente messa all’asta a patto che il valore di tutti i beni immobili del debitore non superi i 120.000 euro.