L’INPS intensifica i controlli prima dell’addio all’RDC, i dati sono sconfortanti

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Il Reddito di Cittadinanza sta per essere eliminato dal Governo guidato da Giorgia Meloni, l’INPS però continua a verificare l’idoneità delle domande ed requisiti dei richiedenti e beneficiari, causando da una parte il maggiore controllo e dall’altra, estremi ritardi con le ricariche.

L’Iter burocratico che fino ad ora ha concesso l’assegno mensile agli italiani più in difficoltà non è di certo semplice, infatti il numero elevato di verifiche da effettuare, così da assegnare il beneficio solo ai bisognosi, rallenta molto spesso il meccanismo anche per chi, nonostante ne abbia diritto, non riceve i propri soldi ed è costretto a fare i salti mortali.

Nel periodo che va da Gennaio ad Ottobre 2022 l’INPS ha dichiarato di aver respinto, sospeso o cancellato il diritto ad ottenere il Reddito di Cittadinanza ad oltre 800 mila persone per i più disparati motivi, ecco i dati nello specifico:

  • 50mila percettori si son ritrovati i versamenti sospesi per la mancanza di alcuni dati, come ad esempio la residenza in Italia o per dati errati riguardo il requisito del lavoro
  • 60mila persone hanno subito la revoca dell’RDC per false dichiarazioni sul patrimonio o per condanne
  • 216mila richieste sono state respinte per la non veridicità dei dati forniti
  • 240mila domande sono state rifiutate per omissioni sulla domanda e per la mancanza della residenza italiana
  • 264mila beneficiari hanno perso il diritto al Reddito a causa dell’ISEE non conforme o per variazione del nucleo familiare

Per quanto tutti questi controlli riescano ad arginare casi di redditi assegnati alle persone sbagliate, i ritardi ed i blocchi dei pagamenti hanno messo le famiglie in condizioni piuttosto critiche, basti pensare che ad Ottobre circa 70mila persone hanno ricevuto i pagamenti con 3 settimane di ritardo.

Domande RDC respinte, il parere dell’INPS

L’INPS però ha riferito di aver: “intensificato i controlli ex ante nell’ottica di prevenire ed individuare i comportamenti opportunistici e fraudolenti, incrociando le dichiarazioni presenti nelle domande di RdC e nelle relative Dichiarazioni Sostitutive Uniche con i dati e le informazioni presenti nei propri archivi.”

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Seguendo il ragionamento quindi: “Ciò ha consentito di intercettare le istanze sintomatiche della presunta insussistenza di uno o più requisiti in capo al richiedente e di adottare tempestivamente i conseguenti provvedimenti di reiezione, anticipando tale verifica al momento della presentazione delle domande, scelta recepita e oggi regolata da una specifica norma di legge.”

L’Istituto ha dichiarato inoltre che se i controlli effettuati riscontrano delle irregolarità, le domande vengono: “immediatamente respinte dalla procedura che gestisce la misura, ovvero sospese nei casi in cui si rendano necessari ulteriori approfondimenti, comunque sempre in via preventiva rispetto al pagamento del beneficio“.