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Gennaio 2023: salasso sulle case in affitto, prepariamoci

Canone 2023 affitto Finanza Rapisarda
Aumento del carburante,  dei beni alimentari, del costo del gas e dell’energia elettrica e non poteva non aumentare anche l’affitto. E le famiglie italiane sono sempre più preoccupate, oltre che in ginocchio… Come arrivare a fine mese? Ed è il Caos…
L’inflazione non fa sconti – decisamente- a nessuno. E anche gli inquilini delle case in affitto pagano inevitabilmente  il dazio. La crisi economica miete vittime e al peggio non c’è mai fine. Ma come mai?

Affitto? In arrivo gli aumenti….

Comunemente si dice- e pure a spron battuto-  che il nemico numero uno  degli inquilini che pagano il canone di affitto è l’inflazione. A prescindere dalla tipologia di contratto sottoscritto, tra canone concordato con la formula 3 anni più 2 anni, o a canone libero con formula 4 più, l’inflazione da diritto al padrone di casa a chiedere l’aumento del canone al proprio inquilino che può trovarsi a questo punto in grave difficoltà.
Ma nulla ostacola questo diritto del padrone di casa a chiedere l’aumento a prescindere da ciò che è stato riportato sul contratto di origine.  E c’è chi rischia di più…

Se non è previsto dal contratto, niente da fare!

Solo chi ha sottoscritto il contratto con cedolare secca si può salvare da questi incrementi.  Difatti  per questo genere di contrattazione la normativa vigente prevede il divieto di adeguare il canone di affitto al tasso di inflazione Inoltre  l’adeguamento del canone di affitto all’inflazione scatta solo se previsto dal contratto. Il padrone di casa non può – dunque- affatto aumentare il canone giustificandolo con l’inflazione, se non è previsto dal contratto.

Può chiedere anche aumenti passati

L’aumento del canone può essere chiesto all’inquilino  a voce o con raccomandata con ricevuta di ritorno. Se il padrone di casa non lo chiede , l’inquilino- ovviamente- non deve versarlo. Ma – occhio- perché il padrone di casa può chiedere al proprio inquilino fino a 5 anni di aumento in unica soluzione. In pratica se  ha dimenticato di chiedere l’aumento in passato, può farlo chiedendo arretrati. Anche se chiederlo ora con tutti gli aumenti che ci sono sarebbe davvero un gesto sconsiderato, soprattutto se l’affittuario è sempre stato puntuale e ligio nel pagamento.
Canone 2023 affitto Finanza Rapisarda

Chi decreta l’aumento

L’aumento del canone è identico a quello di qualsiasi altro bene. Infatti segue- sebbene molti ancora non ne siano a conoscenza-  l’indice FOI, che è definibile- e pure a buona ragione- come  il paniere dei beni di consumo delle famiglie.

L’ISTAT poi decreta con grandissima attenzione il tasso di inflazione facendo riferimento proprio all’aumento del prezzo di una serie di beni che sono di largo consumo per le famiglie italiane.
E si tratta- e qui fate molta attenzione a non considerarlo-  di un indice ufficiale dal momento che viene pubblicato annualmente sulla Gazzetta Ufficiale.
Ma veniamo a parlare di nuovo all’aumento dell’affitto, di quanto può essere? Può  essere pari al 100% del tasso di inflazione o in percentuale diversa come ben  sottoscritto nel contratto. Ma questo solo- e lo ribadiamo ancora una volta al fine di evitare sul nascere terribili fraintendimenti-  nel contratto a canone libero, mentre in  quello a canone concordato non può essere mai superiore al 75%.